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Vito Gallo | Appunti di Viaggio

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Inizio con questo articolo a pubblicare, con la sua autorizzazione, le storie del Comandante Vito Gallo. E’ inutile dire che la sua vita da marinaio è una leggenda di Lampedusa e non solo.

… Correva l’anno 1942, era il 12 di Maggio, che io sappia, non è una data importante per l’umanità, nessun fatto eclatante è successo in quel giorno, se non per i miei genitori. Si, per loro, è stato molto importante, sono nato io, il loro primogenito a completare il loro sogno d amore. Deve essere stato troppo bello per loro. Purtroppo la gioia è durata poco, poiché quando avevo 6 mesi, mia mamma ancora non aveva 23 anni, mi ha lasciato ed è salita in cielo. Mio padre è andato in una profonda crisi, essendo molto innamorato di mia mamma, che a detta di tutti i lampedusani, era una delle più belle ragazze dell’isola. Piano piano mio padre è uscito dalla depressione, anche perché doveva pensare al bambino. Per questo, pensando di farmi crescere in serenità, ha deciso di risposarsi. Non ho conosciuto mia mamma fisicamente, ma non mi è mancato mai l’affetto materno, perché la mia nuova mamma, era la sorella di lei. Hanno avuto ancora 4 figli, ma il figlio particolare per lei sono stato sempre io. Mi ha cresciuto con tanto amore e con tutte le attenzioni che può avere una mamma per un figlio.

…Poiché a quell’epoca a Lampedusa, le scuole medie non c’erano, mio padre mi mise in collegio dai preti francescani a NETTUNO in provincia di Roma, poiché lui comandava barche di Anzio. Quindi aveva la possibilità di vedermi ogni mese circa per tutta la durata dell’anno scolastico. Per me è stato un impatto tremendo, portato all’età di 11 anni in un altro mondo. All’inizio è stata una grande sofferenza, ero un bambino di una timidezza eccessiva. Avevo problemi ad esprimermi e comunicare con gli altri bambini, che oltre tutto li capivo a stento, perché anche se parlavano italiano, per me era un linguaggio che capivo poco
Questa timidezza mi ha creato non pochi problemi nella infanzia, fino all’età di 18/20 anni. Anche a scuola, ricordo, che pur essendo preparato, nelle interrogazioni e nei rapporti con i professori, avevo dei grandi problemi cosi, il mio profitto scolastico era sempre al di sotto delle mie possibilità.
Pensavo sempre a questo handicap e cosa sarebbe stata la mia vita da grande, se non riuscivo a superare questo problema. Ricordo che quando ho conseguito la licenza media nel 1956, gli auguri a mio papà si sprecavano, come se mi fossi laureato (1956). Completate le medie, mi iscrissi all’Istituto Nautico di Trapani.
Li le cose migliorarono. Intanto non ero più in collegio, ma in stanze in famiglia con altri studenti, quindi mi dovevo gestire da solo, poi ero cresciuto un po e piano piano cominciavo a combattere la timidezza, praticando altri ragazzi della mia età, partecipando ai festini fra studenti, iniziando a ballare, conoscendo le prime ragazzine, le prime sensazioni d’amore, insomma ero sulla buona strada per eliminare questa maledetta timidezza che tanto mi faceva soffrire…

…A Lampedusa ero uno studente anomalo e non ero il solo, c’era qualcun altro che mi faceva compagnia , nel senso che non tutti a quell’epoca avevano la possibilità di mandare i figli a scuola fuori dall’isola, perché c’era molta povertà ( parliamo di pochi anni dopo la guerra), quelli che studiavano fuori dall’isola erano, i figli del dottore, industriali, maestri elementari, cioè i benestanti, più qualche intruso come me e qualcun altro. Io ero figlio di un pescatore, (anche se comandante) ma sempre pescatore, che oltre tutto non era visto di buon occhio dai potenti dell’isola, perché li ha combattuti tutta la vita. Un altra cosa, d’estate, mi imbarcavo, anche per prendere confidenza con il mare, dato il tipo di scuola che avevo scelto. Vi ho raccontato questo, per dirvi che quando questi ragazzi, organizzavano delle festicciole, mi lasciavano sempre fuori, eppure non eravamo in tanti gli studenti a quel tempo. Io ero lo studente pescatore.
Fortunatamente tutto questo oggi non esiste più, tutti si possono permettere di mandare i figli fuori a studiare, ognuno vale per quello che è.

Finita la scuola, subito parto per il servizio militare, dopo 2 mesi di CAR a Taranto, vengo trasferito a Venezia dove vengo imbarcato nei mezzi da sbarco, come timoniere di manovra. Dopo i 26 mesi di marina ( allora questo era il periodo del servizio militare) vengo congedato.

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