La necropoli lampedusana
Share
La necropoli di Lampedusa è paleocristiana.
Sebbene altri scavi, quelli di cala Salina sono più antichi, del II secolo d.c. e Thomas Ashby ed il Sanvisente, parlano di reperti e resti ben più antichi.
Secondo studi recenti della soprintendenza di Agrigento, il periodo è da collocare tra il V fino al principio del VI sec. d.C. Stiamo parlando degli anni compresi tra il 400 d.c. e i primi anni del 500 d.c.
Per meglio comprendere il periodo storico e quello che accadeva in quegli anni nelle vicinanze di Lampedusa, facciamo un breve riassunto.
Nel resto del continente e nell’area mediterranea, questo è un periodo di grandi mutamenti, l’impero Romano già nel 395 d.c si era diviso in due, quello d’oriente e quello d’occidente.
Dal 402 d.c. Roma non era piú capitale, Ravenna e Costantinopoli si dividevano quello che rimaneva dell’immenso impero.
L’isola di Lampedusa apparteneva alla regione romana corrispondente all’attuale Tunisia, che in questo periodo è prima minacciata e poi invasa dai Vandali, che in seguito compiono anche atti di pirateria lungo tutte le coste siciliane.
Ė in questo contesto che una piccola (?) comunitá isolana, (secondo Armida De Miro & Antonella Polito) dedita sicuramente alla pesca e al commercio del pescato (vasche scoperte in prossimitá del porto, abitato dell’attuale via Maccaferri) seppelisce i suoi morti all’interno dell’ipogeo di Cala Palme.
Della famosa Grotta della Regina ampiamente descritta dal Sanvisente ma soprattutto indicata in cartografia da T. Ashby, non si è saputo più nulla.
Secondo questi studiosi il periodo al quale ascrivere questi ritrovamenti è sicuramente questo per via delle lucerne e ceramiche di produzione africana con simboli e figure geometriche che collocano i reperti tra il V ed il VI secolo d.c.
Rimangono comunque oramai introvabili (?) i reperti spediti da Bernardo Sanvisente al “Regio delegato” e recuperati dalla Grotta della Regina (?), che il medesimo indica come di varia epoca, da punica a recente. Segno che le grotte furono riutilizzate nei secoli e molto verosimilmente depredate fino ai nostri giorni.