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Foca catturata a Lampedusa nel 1896

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Nella Rivista Italiana di Scienze Naturali e Bollettino del Naturalista- anno XVI n°4 supplemento mensile del 15 Aprile 1896 il dott. Cosimo Leonardi scrive dell’uccisione di una Foca comune (Phoca vitulina) molto verosimilmente si trattatava di una foca monaca mediterranea (Monachus monachus) sopratutto per la descrizione dell’animale :

Il giorno 18 Marzo scorso un contadino di Lampedusa, trovandosi a passare per la porta della spiaggia di detta isola, che è posta rimpetto all’isola dei Conigli, fu sorpreso nell’udire un forte rumore come di animale che russasse ed avendo guardato intorno, si accorse che il rumore era prodotto da un grosso e strano animale marino, che tranquillamente dormiva sdraiato sulle alghe, riscaldato dal tiepido sole primaverile. L‘isola dei Conigli è una specie di grande scoglio lontano appena una ventina di metri dall’isola di Lampedusa, dalla quale resta separato da uno stretto braccio di acqua. Il contadino, riavutosi dalla sorpresa , corse a casa e armatosi di un fucile , uccise l’animale con due colpi ben diretti alla testa. L’animale così ucciso venne portato a Lampedusa, ove fu accertato essere una grossa Foca comune (Phoca vitulina ) detta anche volgarmente in Italia, Vitello marino. Pesava circa 130 chilogrammi e la sua lunghezza totale dal muso sino all’estremità della coda, era più di due metri.
Presentava testa ovale, bocca piccola con robusta dentatura, coda corta, quattro zampe, le due anteriori più corte e le due posteriori più lunghe , tutte fornite di lunghe e robuste unghie. Il mantello era costituito da peli lucenti che ricoprivano una peluria assai rada, il colore del
mantello era grigio – giallognolo con piccole macchie brunastre sulla parte superiore del corpo. La posizione in cui venne trovata la detta foca è comune a questi pinnipedi poichè essi, sebbene rimangano in mare per parecchi giorni e per intiere settimane, approdano volentieri alle spiaggie per riposarsi, per dormire o per riscaldarsi al sole. Sugli scogli più esposti al sole sovente avvengono delle fiere lotte fra le foche per il possesso del posto migliore. Esse, quantunque sopportino gli intensi freddi polari senza risentirne alcun danno, gradiscono grandemente il caldo. Quando riposano sulle spiaggie riscaldate dai cocenti raggi solari, sono l’immagine della pigrizia più perfetta e dell’inerzia più assoluta. Infatti restano immobili per molte ore, indifferenti a tutte le impressioni esterne, beandosi della propria indolenza , non facendo altri movimenti oltre quelli richiesti dalla respirazione. Qualche volta si arrotolano sul loro giaciglio con voluttà, esponendo
ai raggi solari ora il ventre, ora il dorso , ora i fianchi , ed odiando tutto quello che li disturba dalla loro inerzia. Certamente non è cosa strana vedere la Foca comune o vitello marino nelle acque di Lampedusa, poichè questo pinnipede più diffuso degli altri, popola non solo tutti i mari del globo, ma persino i bacini interni che comunicano per mezzo dei loro emissari col mare, perchè spesso la Foca imprende lunghe emigrazioni e qualche volta risale il corso dei fiumi. E quantunque abbondi nei paesi più freddi, come nelle regioni artiche, si può dire che essa abita tutte le zone della terra. Infatti si trova nell’Oceano Atlantico, nell’Oceano Polare, nel mar Mediterraneo lungo le coste della Spagna, della Francia, del Belgio, dell’ Olanda, della Germania, della Gran Bretagna, della Scandinavia e dell ‘ Irlanda così pure nel mar Baltico, nei mari della Bosnia, della Finlandia, nel mar Bianco, lungo le coste della Siberia settentrionale e della Groenlandia, nella Baia di Baffin e di Hudson, qualche volta fu trovata sulle coste dell’America del Nord e del Sud.
Girgenti, Aprile 1896

Dr. Cosimo LEONARDI