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Lampedusa Foca Monaca

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Domenico Ingargiola

Domenico Ingargiola

Era il 6 novembre del 2020, un venerdì e Domenico Ingargiola e Lorenzo Maggiore, bravi pescatori dilettanti si accingevano, come ogni fine settimana a dedicarsi al loro hobby preferito, la pesca da terra.

C’era un leggero vento di maestrale, la stazione meteo di Lampedusa registrava 10 nodi di vento ed una temperatura massima di 22 gradi centigradi.

Domenico e Lorenzo decidevano di recarsi sotto vento nella baia di Mare Morto ad est di Lampedusa. La giornata trascorreva tranquilla e la pesca dei due amici andava bene, ma qualcosa di memorabile quel giorno sarebbe accaduto per i due fortunati e ignari amici.

Attorno alle 14.30 a pochi metri dalla costa uno strano movimento della superficie del mare attirò la loro curiosità. Dopo qualche minuto Domenico prende il suo smartphone e inizia a filmare la scena.

“…’Oh ma e cama a vidiri chiu…” e poi “…Foca è, foca monaca…”

I due avvistano e filmano così un adulto di foca monaca, Monachus monachus (Hermann 1779), in uno dei rari filmati disponibili di foca monaca.

Per le isole Pelagie c’erano già state segnalazioni in passato ma mai una foto o un video ed anche quest’anno 2022 sebbene sia stata avvistata nell’isolotto di Lampione e nella parte ovest di Lampedusa, non ci sono foto o video a testimoniarlo.

La foca monaca del mediterraneo è sempre stata segnalata a Lampedusa e addirittura i primi naturalisti che visitarono Lampedusa, Pietro Calcara 1846 ed in seguito Bernardo Sanvisente, segnalavano una grande colonia di questo mammifero nelle spiagge prossime al porto di Lampedusa.

Descrizione dell’isola di Lampedusa. Pietro Calcara 1847

L’isola di Lampedusa eretta a colonia. B. M. Sanvisente 1849

La foca monaca mediterranea (Monachus monachus), assieme alla foca monaca hawaiana (non conta più di 500-600 animali) sono le uniche due specie del genere Monachus, sopravvissute al mondo. Una terza specie, la foca monaca caraibica, si è ormai estinta.

La foca monaca mediterranea ha subito millenni di sfruttamento, persecuzioni e molestie e oggi tutto ciò che rimane sono poche popolazioni ampiamente separate e frammentate che occupano, collettivamente, solo una piccola parte dell’areale originario della specie.

La specie è distribuita nel Mar Mediterraneo e lungo la costa nord-ovest africana (presumibilmente sono due subpopolazioni). Ci sono colonie che si trovano in Grecia e Turchia e Mauritania/Sahara Occidentale. Piccole popolazioni sono state riscontrate anche in Marocco, Algeria, Libia, Croazia e Cipro. In Italia ci sono stati recenti avvistamenti di esemplari nel Mar ligure, nell’Arcipelago Toscano, Puglia, Calabria Ionica, Sardegna occidentale. In Sicilia ci sono state diverse segnalazioni, in particolare nelle Isole Egadi a Pantelleria e a Lampedusa. Gli esemplari sono solitari ed erranti, in fase di dispersione, presumibilmente appartenenti a colonie presenti in regioni limitrofe.

La colonia più importate e numerosa vive in Mauritania, a Cap Blanc, ed è protetta sul campo dalla Fondazione CBD-Habitat dal 2000. Mare che conosce bene il nostro comandante Vito Gallo

Da 100 esemplari stimati nel 1998, la colonia conta oggi 330 foche e si arricchisce ogni anno di 80 nascite.

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