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Comunità Lampedusa Vito Gallo Lampedusa

1965 Marinai d’altri tempi

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Marinai di Lampedusa

Nella foto: Nele Galazzo, Carmelo Palmisano( mio cugino), Titta Rizzo ( vive a rimini), Gino Faraglia, Romano Franco, dietro Tano Pirsuaso, Giacomo Giardina

Ero imbarcato con mio padre da 1° ufficiale sul Brasilia Q., equipaggio tutto lampedusano, eccetto il capo pesca e il nostromo, padre e figlio.Vi spiego perché questi due non erano lampedusani;
Agli inizi della pesca atlantica, il sistema di pesca era alla francese, sconosciuta ai marinai lampedusani, quindi si imbarcavano come capo pesca e nostromo , gente dell’Adriatico, più che altro di SILVI MARINA , di MARTINSICURO, persone che venivano dalla pesca del baccalà con la Genepesca nei banchi di TERRANOVA, con questo sistema di pesca.

Ricordo che i due erano molto gelosi del proprio lavoro, ed emarginavano un poco i marinai lampedusani, facendogli fare i lavori più semplici, non volevano che imparassero come si armava una rete francese. Se ne andavano padre e figlio sulla prora a fare il lavoro. Erano convinti che tutto dipendeva da loro. Ogni volta che si arrivava a Formia per scaricare il pesce, passavano circa 10 giorni tra scarico, preparazione per il nuovo viaggio. Durante questa sosta, i due, andavano a casa, per i lampedusani il tempo era troppo poco, quindi era impossibile andare a vedere le famiglie. Un viaggio, mio padre, li manda a casa come sempre e gli da una data di rientro, nel frattempo i marinai, scaricavano il pesce, caricavano i viveri, gli attrezzi di pesca, tutto quello che serviva per il nuovo viaggio. Quindi oltre alla lontananza, la fatica.
Quella volta si sono presentarono con due giorni di ritardo. Mio padre, nero come il carbone, li redarguisce violentemente, facendogli notare che era una mancanza di rispetto per il comandante e sopratutto per i marinai.
Loro che non si aspettavano una reazione del genere, perché si sentivano indispensabili, andarono dall’armatore a dirgli che volevano sbarcare, pensando di mettere in difficoltà la barca in partenza. L’armatore andò da mio padre tutto preoccupato: ANGELO, gli disse, come facciamo, quelli vogliono sbarcare, la barca è in partenza, dove li troviamo altre due persone qualificate in così poco tempo? BATTISTA , risponse mio padre ( si davano del tu perché coetanei e vecchi amici), digli che vengono in capitaneria per sbarcare, noi usciamo lo stesso. Si, ma senza capo pesca e nostromo come farete? BATTISTA , a bordo ho 11 capo pesca e 11 nostromi, ( tanti erano i marinai a parte io e mio padre, i macchinisti e il cuoco), non ti preoccupare.
In sostanza siamo usciti senza di loro e siamo andati avanti per anni cosi. Solo che per un punto di riferimento, le mansioni di capo pesca e nostromo, venivano svolte da AGOSTINO GRECO ( mio zio) e NELE GALAZZO RIP.  Ma ad onor del vero gli altri non erano di meno, ognuno sapeva quello che faceva. Come ho detto all’inizio, MARINAI D ALTRI TEMPI, senza offesa per quelli di oggi.

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